Progetto di ricerca e di conservazione, note di Marco Ciatti
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO SUL PROGETTO DI RICERCA E DI CONSERVAZIONE
L’Adorazione dei Magi di Leonardo è da sempre affidata alle attente cure dei responsabili della Galleria degli Uffizi da quando essa è entrata nella collezione granducale e nelle carte d’archivio si ricordano vari interventi di pulitura e di riverniciatura. Più recentemente l’opera è stata sotto osservazione da parte dei colleghi della Direzione della Galleria degli Uffizi in quanto le alterazioni superficiali sembravano compromettere sempre più la lettura dei suoi valori formali. Già una serie di indagini era stata compiuta dieci anni or sono ed i suoi risultati avevano provocato un dibattito sull’opportunità o meno di un intervento di restauro, che aveva indotto a sospendere ogni decisione in merito.
Poiché nel tempo da allora trascorso i problemi conservativi non sono certo migliorati, nell’ambito della costante collaborazione tra il Polo Museale fiorentino e l’Opificio delle Pietre Dure, il dipinto è stato sottoposto ad una serie di indagini diagnostiche presso il Laboratorio della Fortezza da Basso, realizzate sia dal Laboratorio dell’OPD (Settore di restauro dei dipinti mobili e Laboratorio Scientifico dell’OPD), sia da una serie numerosa di esperti scientifici appartenenti a Istituti di ricerca del C.N.R. o di varie Università italiane e straniere. I risultati hanno consentito di avere una più chiara ed approfondita visione sia della tecnica artistica di Leonardo, sia dei problemi conservativi dell’opera. Questo è stato possibile grazie al progresso nel frattempo avvenuto nel campo delle ricerche scientifiche applicate ai beni culturali, soprattutto nell’importante settore delle indagini non invasive, compiute cioè senza il prelievo di micro-campioni di materia.
I primi risultati dello studio della tecnica artistica sono già stati presentati al convegno “Leonardo da Vinci’s Technical Practice: Paintings, Drawings and Influence” organizzato dalla National Gallery di Londra, dal Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France (C2RMF) e dal British Museum nell’ambito del progetto europeo CHARISMA, del quale anche l’Opificio fa parte, dedicato al miglioramento ed alla diffusione delle indagini diagnostiche applicate alle opere d’arte.
L’Adorazione dei Magi di Leonardo è un dipinto su tavola condotto ad un primo livello di abbozzo ed è perciò particolarmente importante per lo studio della tecnica artistica del pittore ed i confronti che si sono potuti effettuare, in occasione del citato convegno, con le indagini applicate ad altri dipinti di Leonardo, ha reso più sicura l’interpretazione dei dati che era stata proposta dall’Opificio.
Come si nota in molte altre opere, il pittore realizzava una prima fase disegnativa sopra la preparazione condotta con un disegno lineare, fermata da un sottile e trasparente strato di imprimitura, sulla quale iniziava la realizzazione di un monocromo dalle pennellate molto più intense e marcate, che costituiva la base delle successive velature pittoriche, irregolarmente presenti in maniera quasi impercettibile, ma rilevabile alle analisi. Al di sopra di questi primi strati disegnativi e pittorici, si sono nel tempo sovrapposte molte stesure non originali di vernice, vernice pigmentata, colla, patinature, ed anche qualche limitato ritocco. Il ritiro di questi materiali sta anche provocando una trazione della superficie, già chiaramente percepibile ad occhio nudo a luce radente, con il rischio di piccoli strappi di materia pittorica. L’intenso colore scuro, poi, attualmente visibile sul fondo, che alle indagini è risultato essere a base di Bianco di Piombo, è determinato dalla progressiva alterazione di tutti questi materiali che venivano periodicamente applicati, come in tutte le altre opere della collezione granducale, a scopo di manutenzione, come gli studi di storia del restauro hanno già chiaramente dimostrato.
Il supporto è costituito da dieci assi di pioppo di non eccelsa qualità, incollate a spigoli vivi, ed è controllato da due massicce traverse centrali tenute con il sistema detto “a ponticelli”, mentre in alto è presente una traversa inchiodata ed in basso il supporto è privo di tale sostegno. Ad un attento esame di questa parte inferiore si sono trovati i segni di un taglio che ha cambiato le dimensioni del dipinto e che è presumibilmente connesso con la perdita della traversa in basso.
L’insieme di queste condizioni ha fatto sì che, nel tempo, il supporto abbia cercato di incurvarsi, ma, incontrando il contrasto rigido della traversa centrale, si sia aperto con una serie di pericolose fenditure che arrivano subito al di sotto degli strati pittorici e che, in alcune zone, hanno già prodotto rotture sulla superficie. Tale fenomeno è ancora in atto e la pittura sui due lati di ogni fenditura è sottoposta ad un fenomeno di compressione che a lungo andare può causare delle cadute di colore. Solo la buona qualità della preparazione, particolarmente studiata dall’artista e rinforzata con fibre vegetali, che ha assicurato una ottima adesione, ha sinora evitato gravi perdite.
Si tratta, sia per la parte pittorica, sia per il supporto ligneo, di problemi frequentemente presenti nei dipinti su tavola, nei confronti dei quali l’OPD ha messo a punto sofisticate tecniche di intervento.
Secondo la metodologia dell’OPD la pulitura è condotta sempre in maniera controllata e graduale, con attenzione sia ai risultati delle analisi chimiche, sia all’equilibrio estetico dell’insieme, ed il laboratorio dell’OPD è universalmente riconosciuto come uno dei centri di eccellenza per il risanamento dei supporti lignei, per i quali ha messo a punto molte soluzioni innovative, adottate anche a livello internazionale. Ci permettiamo qui di ricordare che, contrariamente a quanto sembra talvolta apparire, la difficoltà di un intervento di restauro non è per niente correlata con la maggiore o minore fama dell’artista in questione.
Inoltre, per quanto problematico possa sembrare l’affrontare la pulitura di un dipinto non finito, un caso analogo fu condotta brillantemente dall’OPD nel 1991 sulla Madonna del Baldacchino di Raffaello della Galleria Palatina, anche esso, infatti, dipinto con larghe parti di non finito.
Il progetto di conservazione e restauro intende quindi intervenire su entrambi gli aspetti di criticità della conservazione dell’opera. Pertanto, si opererà sul supporto con il risanamento delle fenditure e con l’alleggerimento della rigidità dell’attuale controllo tergale; e si effettuerà una leggera, graduale e diversificata pulitura della superficie, interamente condotta all’interno dello spessore dei materiali non originari, aggiunti nei precedenti restauri, in modo da eliminare il rischio di strappi superficiali e rendere più chiaramente percepibili i valori figurativi ed espressivi di questo dipinto.
Oltre l’intervento di restauro, il progetto di conservazione prevede la realizzazione di una cornice con una scatola climatica posteriore che assicuri una maggiore stabilità al supporto, limitandone lo scambio di umidità con l’ambiente.
Restauro, conservazione preventiva e un programma di manutenzione periodica cercheranno dunque di rispondere in maniera coerente ai problemi di conservazione dell’Adorazione dei Magi di Leonardo in modo da restituirla alla fruizione del pubblico nelle migliori condizioni ed assicurando la sua trasmissione al futuro.
Marco Ciatti
Soprintendente Opificio delle pietre dure