La radiografia
L’indagine radiografica su opere d’arte è una tecnica comunemente impiegata in conservazione che spesso risulta indispensabile, soprattutto nel caso di quei manufatti che necessitano di un intervento di restauro. L’indagine è fondamentaleper conoscere la tecnica d’esecuzione nonché ovviamente lo stato di conservazione dell’opera.
I raggi X furono scoperti dal tedesco W. Roentgen nel 1895 e, alcuni anni dopo, queste radiazioni sono state applicate per la diagnostica nel campo artistico.
Nei primi anni Venti E.W. Forbes, curatore del Fogg Art Museum della Harvard University di Cambrige (Massachusetts, USA), introdusse su larga scala la tecnica radiografica soprattutto per lo studio dei dipinti su tela e tavola.
L’attrezzatura e la tecnica di ripresa sono rimaste pressoché invariate escludendo ovviamente i miglioramenti tecnologici relativi alla costruzione delle parti proprie dell’attrezzatura, in particolare per quanto riguarda l’acquisizione digitale della radiografia.
L’alto potere penetrante dei raggi X fa sì che questi possano attraversare la materia selettivamente, a seconda dei materiali e della struttura fisica dell’opera indagata (l’assorbimento è maggiore all’aumentare del numero atomico dell’elemento presente). Questo consente di ottenere un’immagine per trasparenza dell’oggetto e in particolare di ciò che si trova al suo interno.
Corpi che risultano opachi allo spettro delle onde elettromagnetiche visibili, possono essere del tutto o in parte trasparenti alle onde il cui spettro si identifica con quello dei raggi X.
L’immagine che si ottiene è formata dalla diversa radiopacità che i materiali presentano ai raggi X, cioè la loro capacità di assorbire radiazioni.
I raggi X dopo aver attraversato il corpo in maniera differenziata (in funzione dei materiali presenti e del loro spessore, oltre allo spessore totale dell’opera in esame) impressionano una lastra piana, trattata con un’emulsione simile a quella di una pellicola fotografica in b/n, ma avente una doppia emulsione (una per lato della lastra) per aumentarne la sensibilità.
Nel caso della radiografia digitale, l’immagine è acquisita in forma numerica, elaborata e trasferita su pellicola o su altro supporto. La radiografia digitale può essere ottenuta tramite degli châssis con schermi scintillatori a “fosfori di memoria”. Questi schermi normalmente sono di dimensioni pari alle pellicole standard di tipo tradizionale e l’immagine digitale è ottenuta mediante un dedicato scanner a laser.